DARK CRIMES | Trailer Italiano del drama thriller con Jim Carrey
L’elemento più avvincente della pellicola è Jim Carrey, che come tutti i comici è un eccezionale attore drammatico. Il resto è dimenticabile, a partire dalla sceneggiatura sconclusionata e dal tentativo di rendere a tutti i costi il film “intelligente”. Dialoghi e personaggi vorrebbero essere brechtiani ma risultano solo rigidi; gli spunti filosofici sembrano copiati dal diario di un darkettone quattordicenne; la regia è leeeeenta. E poi c’è la trasgressione, telefonata dalla presenza spesso nuda di Charlotte Gainsburg (figlia di Serge, noto erotomane con cui da ragazzina ha duettato in una canzoncina dai doppi sensi incestuosi) e dal suddetto club sadomaso. Di cui sarà il caso di parlare.
Il locale si intravede per pochi secondi. Si tratta di un decrepito edificio industriale nel quale l’accusato ci fa sapere che «uomini importanti stuprano e maltrattano prostitute drogate interessate solo ai soldi». Uno dei passatempi, si intuisce, è per esempio sparare col fucile a pallettoni mirando a pochi centimetri dalla testa di una ragazza bendata e tremante. Mah.
Quel che è certo è che il club rappresenta il lato più schifoso della razza umana: un metaforone da prima liceo, pericolosamente alla deriva verso i territori di A serbian film. Fortuna che, dopo avere svolto la sua funzione di urlare allo spettatore «hai visto come siamo crudi e perversi? Eh? Eh?» non lo si vede più.
Visto che il BDSM io però lo pratico davvero, questa storia dei depravati cattivi non riesco a mandarla giù tanto facilmente. Perché hai voglia a spiegare che le sessualità alternative non assomiglino affatto a quello squallore; hai voglia a fornire dati scientifici che dimostrano come l’eros estremo sia tutt’altro che dannoso; hai voglia a ripetere che la cultura kinky disinnesca le derive patologiche degli istinti di dominazione e sottomissione; hai voglia a organizzare party dove le buone maniere regnano sovrane. Alla fine l’equivoco rimane lo stesso: un po’ per ignoranza, un po’ per colpa di prodotti mediatici tagliati con l’accetta, troppe persone credono ancora che solo pazzi e delinquenti possano avere la passione per certi giochi (che non c’entrano niente con le fucilate e gli stupri, in caso servisse ripeterlo). E, lasciatemi dire, sentirsi equiparare ai criminali non fa piacere a nessuno.
Tale qui pro quo viene perpetrato senza ritegno in ogni formato. Dal giornalista pigro che confonde una violenza carnale con un gioco erotico al romanzo di successo in cui per fare BDSM devi per forza avere subito traumi infantili, questa visione confusionaria della sessualità ci circonda da ogni parte, alimentando le incomprensioni. Il cinema è sfortunatamente uno dei colpevoli più influenti.
Spesso non si tratta di malafede, ma di necessità stilistica. Il principio è lo stesso per cui un regista che debba tratteggiare in poche inquadrature un pericoloso fondamentalista religioso probabilmente metterà in scena un musulmano con la kefiah; se serve un hacker mostrerà un ciccione sfigatissimo; un maestro spirituale sarà facilmente un anziano orientale. Sono stereotipi, è vero, ma anche semplificazioni utili ai fini narrativi. È anche per questo che il cinema ha da sempre grossi problemi nel rappresentare le minoranze, al punto che gli sceneggiatori indicano certi personaggi con nomi standard: il Negro Magico, l’Elegante Mafioso Italiano, il Gay in Conflitto, la Gattara, il Genio Autistico e così via. Purtroppo liberarsene non è facile: per vedere blockbuster con donne che passino il test di Bechdel ci sono per esempio voluti 120 anni, e come reazione ancora oggi i film con protagoniste femminili realizzate vengono boicottati attivamente da parte del pubblico.
Tornando a noi, quando non viene usata come spunto comico (il celebre «famolo strano» di Carlo Verdone), la sessualità alternativa al cinema diventa per lo più metafora di conflitti interiori e fra i personaggi. In effetti, su grande schermo il BDSM non esiste proprio, e i giochi erotici di dominazione sono sempre rappresentati come sadomasochismo inteso in senso clinico. Per rendercene conto ho compilato un elenco abbastanza completo di film a tema, decisamente sconsigliati per avvicinarsi al vero eros estremo, ma interessanti per capire da dove siano nati alcuni preconcetti duri a morire. Altrimenti c’è sempre Internet, dove si possono trovare centinaia di video che mostrano ogni sorta di pratica, sia simulata che reale. Non è da escludere che alcuni possano essere ben realizzati, ma guardandoli è bene ricordare sempre che – proprio come con il sesso tradizionale – la realtà è spesso molto diversa da quel che si vede in un film porno.
Titolo
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Anno
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Regista
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Trama
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2001
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Maria Martinelli
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L’indagine sulla morte di un aspirante schiavo conduce alla scoperta del sottobosco del sesso estremo. Peccato che sia tutto privo di fondamento. Vincitore del premio di peggior film dell’anno 2001
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1967
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Luis Bunuel
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Una moglie borghese e algida conduce una doppia vita come prostituta specializzata in perversioni per trovare il suo equilibrio. Un grande classico
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1993
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Jennifer Lynch
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Per fare innamorare di sé la sua donna ideale, un chirurgo non trova di meglio che amputarle gli arti per renderla dipendente da lui. Un trip onirico sull’oggettificazione del partner
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1972
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Marco Ferreri
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Lei trova un’isola con un uomo e un cane, che uccide per gelosia. Poi accetta con gioia di ridursi a cagna per lui. Il romanticismo dell’appartenenza assoluta
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2015
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Sam Taylor-Johnson
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L’adattamento del romanzo proprio come il libro ha ben poco a che fare col BDSM ma ne ha influenzato la percezione fra il grande pubblico
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1980
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William Friedkin
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Un poliziotto in borghese si infiltra negli ambienti BDSM gay di New York per stanare un serial killer, e scopre un mondo pericolosamente attraente
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2014
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Peter Strickland
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Due donne si amano in un onirico villaggio di entomologhe sadomasochiste. Riflessione su chi detenga davvero il potere in un rapporto BDSM
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1997
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Yuan Zhang
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Un brutale poliziotto arresta un gay sottomesso e scoppia una passione impossibile
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1974
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Masaru Konuma
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Bella trasposizione cinematografica dell’equivalente giapponese di Histoire d’O, imperdibile per gli amanti dello shibari
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Gradiva
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2009
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Alain Robbe-Grillet
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Un intellettuale in visita in un Marocco onirico si perde in un delirio sadomasochista alla scoperta di istinti primordiali
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2009
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Barbara Bell & Anna Lorentzon
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Illuminante documentario sul “dietro le quinte” del sito di BDSM estremo Insex
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1984
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Just Jaeckin
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Una sorta di Indiana Jones in versione fetish, tratta dal celebre fumetto di John Willie. L’apoteosi del B-movie BDSM
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1975
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Just Jaeckin
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La bella O si innamora del sadico e indecifrabile Stephen, che la conduce in un centro di addestramento per schiave. Uno dei primi film erotici di cassetta, tratto da un best seller e rigorosamente softcore
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1976
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Nagisa Oshima
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La passione del Signore e della concubina precipita in un vortice di gelosia e possesso che fa perdere ogni limite alla loro relazione sadomasochista
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1972
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Rainer Werner Fassbinder
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Petra domina senza pietà la cameriera e la sua amante, ma quando quest’ultima la lascia per un uomo basta un solo gesto gentile per farla abbandonare pure dalla serva
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1977
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Barbet Schroeder
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Un ladro irrompe nello studio di una prodomme facendo sbocciare una strana storia d’amore. Commedia così così, ma la Padrona è quantomai realistica
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1969
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Pasquale Festa Campanile
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Una giovane vedova scopre le perversioni del marito e decide di vivere ogni possibile esperienza erotica per vendicarsene. Oggi è un documento interessante su cosa fosse «scandaloso» all’epoca
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1986
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Adrian Lyne
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Una storia di sesso fra newyorkesi si trasforma in un’educazione alla sensualità dal finale agrodolce
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2001
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Michael Haneke
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Soffocata dalla madre, una pianista sfoga le sue frustrazioni in una spirale di depravazioni e masochismo da cui trae l’ispirazione artistica
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1974
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Liliana Cavani
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Una reduce dal lager ritrova il suo crudele aguzzino e amante, ormai reintegrato nella società. La passione ritorna, i ruoli si invertono, e comincia una danza letale
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1968
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Henry-Georges Clouzot
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Turbata dalla foto di una donna legata, la protagonista scopre il gusto sottile della sottomissione nel rapporto cerebrale con un maturo cultore dell’argomento
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1999
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Catherine Breillat
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Una donna cerca di esplorare la propria sessualità e scopre la purezza nella degradazione. Intellettuale e femminile
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1975
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Pier Paolo Pasolini
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La filosofia di de Sade ri-ambientata fra i nazifascisti. Realizzazione discutibile per un messaggio sempre attuale
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2005
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Mary Harron
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Una biografia parziale ma abbastanza accurata della celebre pin-up fetish anni ’50
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2002
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Steven Shainberg
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Il principale è un sadico, la segretaria una masochista. Accettare serenamente le proprie tendenze porterà entrambi a superare gravi problemi, fino a un insolito happy end
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1963
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Joseph Losey
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Dominazione psicologica e degradazione diventano il meccanismo di una sottile vendetta nella lotta di classe fra ricco borghese e “umile” maggiordomo
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1991
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Ryu Murakami
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Una solitaria ragazza sfrutta il suo masochismo come fonte di reddito in attesa dell’amore, scoprendo la degenerazione della civiltà giapponese
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2013
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Roman Polański
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L’audizione per una piéce tratta da Masoch si tramuta in un sensuale processo al patriarcato giocato sulle dinamiche della dominazione
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Writer of O
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2004
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Pola Rapaport
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La verità nascosta per decenni sul best seller erotico Storia di O, raccontata dall’autrice ormai novantenne fra ricostruzioni della Francia anni ’50.
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https://www.ayzad.com/it/notizie/cultura/gli-oscuri-crimini-del-cinema-sadomaso/
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