Not Safe For Work
AddToAny
domenica 30 giugno 2019
venerdì 28 giugno 2019
giovedì 27 giugno 2019
mercoledì 26 giugno 2019
martedì 25 giugno 2019
lunedì 24 giugno 2019
L’errore dell’SSC
Questa è una semplice traduzione. L’articolo originale è stato scritto da Joseph W. Bean negli anni ’90 del secolo scorso, ma resta ancora molto attuale e tristemente adatto alla Scena Bdsm italiana.
Ci sono ampi motivi per plaudere alla vasta diffusione del credo “Sano, Sicuro, Consensuale” fra chi pratica S/m. Anche io ho studiato quei motivi e li ho segnalati ad altri, forse più che altro per abituarmi io stesso a usare il termine SSC. Tuttavia, indipendentemente da quanto perdurerà questa terminologia – e ormai sembra piuttosto permanente – mi dà dei problemi. Non ho intenzione di riportare indietro l’orologio, ma non mi dispiacerebbe che qualche fanatico dell’Ssc si fermasse, mi leggesse e aprisse le orecchie. Durante il boom della comunità leather dei tardi anni ’70 e primi ’80 quel che era difficile da mantenere era l’entusiasmo. Alcuni di noi ricordano l’emozione da puro batticuore di subire quel che volevamo da un bottom che fosse in grado di prendere quel che gli rifilavamo. Alcuni si eccitano con l’estasi esagerata, oscura ma deliziosa, di essere presi da qualcuno che sappia come usarci. Le ola assordanti dei fanatici dell’SSC alla fine potrebbero schiacciare o soffocare le ultime molecole di quell’eccitazione estatica che restano nell’S/m di oggi.
Non fraintendetemi. Non sto proponendo un’era di S/m insicuro, malsano o non consensuale. L’ho visto. L’ho fatto. Ho usato il mio biglietto di ritorno per il primo treno in partenza da lì. Il problema non è la sicurezza, la salute o il consenso. Di quelli ne abbiamo tutti quanto serve, e non fanno certo male quando si raggiungono tramite mezzi ragionevoli e sufficientemente erotici. Ma a quei tempi – quando il motto era una novità e anche prima – un S/m che non fosse effettivamente SSC dovevi andartelo a cercare col lanternino, anche se molte situazioni sarebbero state immediatamente bloccate dai “master” attuali, accecati dal fuoco sacro dell’SSC.
No, il problema non è la sicurezza, la salute o il consenso. Il problema deriva dal confondere una descrizione con un obbligo. Prima che qualcuno coniasse la frase “S/m Sano, Sicuro e Consensuale” – decenni, anche secoli prima – i bottom erano abbastanza sicuri da sopravvivere e supplicarne di più, le coppie erano abbastanza sane da riconoscere una cosa buona e proteggere le proprie possibilità di continuare a farla, e il consenso era chiaramente e ovviamente considerato essenziale. Ecco perché l’S/m dei vecchi tempi alla fine dei conti oggi viene descritto “Sano, Sicuro e Consensuale”. No problem.
Il problema arriva con gli attuali sforzi di vendere quella descrizione come un obbligo, applicarla come ricetta, e giudicarci l’un l’altro sulla base di diverse interpretazioni di cosa voglia dire quella frase o quali sensazioni comporti se applicata. D’accordo, per rendere l’S/m sicuro ci si affidava ad alcune istituzioni ora scomparse che fornivano a tutta la comunità un feedback sull’affidabilità dei membri, e che tenevano d’occhio che il consenso fosse rispettato. Tuttavia, prendere una frase che descriveva il mondo S/m com’era una volta e ripeterla incessantemente non rende l’S/m “SSC”. Ricamare la frase su distintivi o anche pitturarla su striscioni lunghi 10 metri non eviterà a una sola situazione di diventare malsicura, a un pazzo di fare S/m o salvaguarderà le necessità del consenso.
La discussione che credo dovremmo fare – e suppongo che sia una conversazione che dovrebbe per lo meno essere dominata da persone ben più fresche di me – potrebbe cominciare così: “C’era una volta un S/m sano, sicuro e consensuale perché c’erano catene strette e intrecciate composte da gruppi di appassionati che si parlavano l’un l’altro molto attivamente, che ritenevano importante e difendevano la propria reputazione e che testimoniavano accuratamente e con onestà sulla reputazione degli altri. Queste persone stavano lontane da quelle che fra di esse avevano una reputazione rovinata, specie se il “crimine” era stato di superare il consenso. A quei tempi e in quei circoli, l’onore era più importante di dimostrare la propria abilità, l’abilità era più importante di un manuale alto così, e si dedicava più tempo ed energia a mantenere reputazione, amicizia, fraternità, rispetto e conoscenze che a vantarsi di quanto giravi e dove.”
“Oggi, molto tempo dopo, siamo diventati una tribù troppo grande e variegata, e forse troppo immersa in se stessa, per affidarci al passaparola per la nostra sicurezza; siamo troppo distanti e ci muoviamo troppo in fretta per dipendere da quanto si dica su di noi per confermare l’affidabilità dei nostri membri e delle loro azioni; e siamo troppo promiscui per contare di conoscere tutti quelli con cui entriamo in contatto per poterci fidare del rispetto di un Top per i limiti e il consenso.”
“Allora cosa stiamo facendo per condurre le nostre vite S/m in modo che Sano, Sicuro e Consensuale continui a descrivere quel che facciamo senza che lo sforzo si trasformi in bisticci continui? E ancor più importante: come faremo tutto questo senza distruggere l’atmosfera delle situazioni S/m e vivere il “lato oscuro” della natura umana, dove vivono paura e dubbio, e dal quale il consenso va estratto con la seduzione?”
“Se ci basta fare giochi S/m che sono SSC perché seguono una ricetta, ci condanniamo da soli a imitarci senza fine e non sperimentare mai ciò che eccitava tanto quei vecchi appassionati. Riduciamo la nostra sessualità S/m a un piacere voyeuristico e rischiamo di non scoprire più di che cosa parlassero i ‘vecchi’ quando dicevano di ‘volar via’ durante una sessione. Rischiamo di non comprendere più perché chiamassero l’S/m “lavoro” e non “gioco” o “comprensione”, e perché siano così sicuri che l’S/m sia un modo di vivere la vita e lo spirito, anziché una moda o un modo di passare il tempo”.
Sì, credo che la discussione potrebbe proprio cominciare così. In effetti, qui e là l’ho sentita cominciare così fra poche persone, in tutto il mondo. Ma poi si trasforma in un litigio su cosa sia la Vecchia Guardia, e se valga la pena di imitare o mantenere una qualsiasi parte della Vecchia Guardia. Io non mi lascio tirar dentro certe menate. Però, se quella conversione potesse portare a qualcosa, immagino che procederebbe puntando a scoprire e stabilire dei Modi Nuovi di fare quello che i leather di un tempo più semplice facevano tramite le conoscenze, la fiducia e il porre l’onore prima degli orgasmi nella loro tabella di valori. Probabilmente nel corso di questa elaborazione ci dovrebbe essere una moratoria su tutte le discussioni dirette dell’SSC e del suo significato. Dopotutto, sappiamo tutti cosa significano quelle parole e sappiamo che non compongono un testo sacro e imponderabile. L’energia risparmiata piantandola con tutte le discussioni sull’SSC potrebbe essere sufficiente a piazzare colonie umane su tutti i pianeti conosciuti entro dieci anni, ma preferirei la si sfruttasse nel sostituire la vecchia istituzione del mondo leather con nuove forme che abbiano le stesse funzioni, ma siano più facili da accettare per il tenore di “prima io”, “cazzo ne sai tu?” e “vaffanculo” di questi tempi a mio parere sovrappopolati e privi di coesione.
È solo onesto che a questo punto riveli che io, poiché sono ancora vivo negli anni ’90 e voglio ancora fare S/m dopo 35 anni nella Scena, sono a volte costretto a piegarmi ai tempi. Quando un ragazzino mi chiede se gioco SSC, gli dico che la Regola Numero Uno dell’S/m è, per quanto mi riguarda, “il bottom dovrebbe restare sempre riciclabile”. Entro questi termini, gli prometto che sarà al sicuro. Ascolterò i suoi problemi specifici, se ne ha: è una prova sufficiente della mia sanità mentale. Sul consenso, suppongo di non essere altrettanto moderno. Prometto, come facevano tutti i top di 35 anni fa, che anche se il ragazzino non dirà sempre “sì” o forse non avrà nemmeno la possibilità di farlo, alla fine della sessione se ne andrà felice che abbia preso la sua risposta per un sì anche quando non pensava di starlo dicendo. Vedete, il consenso, nella mia visione medievale del mondo, è globalizzato. Se sei nel mio spazio, la tua presenza È consenso. In pratica, naturalmente, giocare con un ragazzino che non sia felice di essere lì diventa subito noioso, quindi seguo anche un’altra regola: se non sono capace di sedurlo a consentire, mando via il ragazzino.
Per me questo funziona, ma non è la mia ricetta per i mali del mondo S/m degli anni ’90. È solo il mio modo di aspettare, per poter poi riprendere a parlarne quando la discussione di cui sopra avverrà e darà i suoi frutti. Nel frattempo posso serenamente accettare Sano, Sicuro e Consensuale come descrizione di quel che faccio… una descrizione, non un ostacolo o una ricetta o un testo sacro.
Ci sono ampi motivi per plaudere alla vasta diffusione del credo “Sano, Sicuro, Consensuale” fra chi pratica S/m. Anche io ho studiato quei motivi e li ho segnalati ad altri, forse più che altro per abituarmi io stesso a usare il termine SSC. Tuttavia, indipendentemente da quanto perdurerà questa terminologia – e ormai sembra piuttosto permanente – mi dà dei problemi. Non ho intenzione di riportare indietro l’orologio, ma non mi dispiacerebbe che qualche fanatico dell’Ssc si fermasse, mi leggesse e aprisse le orecchie. Durante il boom della comunità leather dei tardi anni ’70 e primi ’80 quel che era difficile da mantenere era l’entusiasmo. Alcuni di noi ricordano l’emozione da puro batticuore di subire quel che volevamo da un bottom che fosse in grado di prendere quel che gli rifilavamo. Alcuni si eccitano con l’estasi esagerata, oscura ma deliziosa, di essere presi da qualcuno che sappia come usarci. Le ola assordanti dei fanatici dell’SSC alla fine potrebbero schiacciare o soffocare le ultime molecole di quell’eccitazione estatica che restano nell’S/m di oggi.
Non fraintendetemi. Non sto proponendo un’era di S/m insicuro, malsano o non consensuale. L’ho visto. L’ho fatto. Ho usato il mio biglietto di ritorno per il primo treno in partenza da lì. Il problema non è la sicurezza, la salute o il consenso. Di quelli ne abbiamo tutti quanto serve, e non fanno certo male quando si raggiungono tramite mezzi ragionevoli e sufficientemente erotici. Ma a quei tempi – quando il motto era una novità e anche prima – un S/m che non fosse effettivamente SSC dovevi andartelo a cercare col lanternino, anche se molte situazioni sarebbero state immediatamente bloccate dai “master” attuali, accecati dal fuoco sacro dell’SSC.
No, il problema non è la sicurezza, la salute o il consenso. Il problema deriva dal confondere una descrizione con un obbligo. Prima che qualcuno coniasse la frase “S/m Sano, Sicuro e Consensuale” – decenni, anche secoli prima – i bottom erano abbastanza sicuri da sopravvivere e supplicarne di più, le coppie erano abbastanza sane da riconoscere una cosa buona e proteggere le proprie possibilità di continuare a farla, e il consenso era chiaramente e ovviamente considerato essenziale. Ecco perché l’S/m dei vecchi tempi alla fine dei conti oggi viene descritto “Sano, Sicuro e Consensuale”. No problem.
Il problema arriva con gli attuali sforzi di vendere quella descrizione come un obbligo, applicarla come ricetta, e giudicarci l’un l’altro sulla base di diverse interpretazioni di cosa voglia dire quella frase o quali sensazioni comporti se applicata. D’accordo, per rendere l’S/m sicuro ci si affidava ad alcune istituzioni ora scomparse che fornivano a tutta la comunità un feedback sull’affidabilità dei membri, e che tenevano d’occhio che il consenso fosse rispettato. Tuttavia, prendere una frase che descriveva il mondo S/m com’era una volta e ripeterla incessantemente non rende l’S/m “SSC”. Ricamare la frase su distintivi o anche pitturarla su striscioni lunghi 10 metri non eviterà a una sola situazione di diventare malsicura, a un pazzo di fare S/m o salvaguarderà le necessità del consenso.
La discussione che credo dovremmo fare – e suppongo che sia una conversazione che dovrebbe per lo meno essere dominata da persone ben più fresche di me – potrebbe cominciare così: “C’era una volta un S/m sano, sicuro e consensuale perché c’erano catene strette e intrecciate composte da gruppi di appassionati che si parlavano l’un l’altro molto attivamente, che ritenevano importante e difendevano la propria reputazione e che testimoniavano accuratamente e con onestà sulla reputazione degli altri. Queste persone stavano lontane da quelle che fra di esse avevano una reputazione rovinata, specie se il “crimine” era stato di superare il consenso. A quei tempi e in quei circoli, l’onore era più importante di dimostrare la propria abilità, l’abilità era più importante di un manuale alto così, e si dedicava più tempo ed energia a mantenere reputazione, amicizia, fraternità, rispetto e conoscenze che a vantarsi di quanto giravi e dove.”
“Oggi, molto tempo dopo, siamo diventati una tribù troppo grande e variegata, e forse troppo immersa in se stessa, per affidarci al passaparola per la nostra sicurezza; siamo troppo distanti e ci muoviamo troppo in fretta per dipendere da quanto si dica su di noi per confermare l’affidabilità dei nostri membri e delle loro azioni; e siamo troppo promiscui per contare di conoscere tutti quelli con cui entriamo in contatto per poterci fidare del rispetto di un Top per i limiti e il consenso.”
“Allora cosa stiamo facendo per condurre le nostre vite S/m in modo che Sano, Sicuro e Consensuale continui a descrivere quel che facciamo senza che lo sforzo si trasformi in bisticci continui? E ancor più importante: come faremo tutto questo senza distruggere l’atmosfera delle situazioni S/m e vivere il “lato oscuro” della natura umana, dove vivono paura e dubbio, e dal quale il consenso va estratto con la seduzione?”
“Se ci basta fare giochi S/m che sono SSC perché seguono una ricetta, ci condanniamo da soli a imitarci senza fine e non sperimentare mai ciò che eccitava tanto quei vecchi appassionati. Riduciamo la nostra sessualità S/m a un piacere voyeuristico e rischiamo di non scoprire più di che cosa parlassero i ‘vecchi’ quando dicevano di ‘volar via’ durante una sessione. Rischiamo di non comprendere più perché chiamassero l’S/m “lavoro” e non “gioco” o “comprensione”, e perché siano così sicuri che l’S/m sia un modo di vivere la vita e lo spirito, anziché una moda o un modo di passare il tempo”.
Sì, credo che la discussione potrebbe proprio cominciare così. In effetti, qui e là l’ho sentita cominciare così fra poche persone, in tutto il mondo. Ma poi si trasforma in un litigio su cosa sia la Vecchia Guardia, e se valga la pena di imitare o mantenere una qualsiasi parte della Vecchia Guardia. Io non mi lascio tirar dentro certe menate. Però, se quella conversione potesse portare a qualcosa, immagino che procederebbe puntando a scoprire e stabilire dei Modi Nuovi di fare quello che i leather di un tempo più semplice facevano tramite le conoscenze, la fiducia e il porre l’onore prima degli orgasmi nella loro tabella di valori. Probabilmente nel corso di questa elaborazione ci dovrebbe essere una moratoria su tutte le discussioni dirette dell’SSC e del suo significato. Dopotutto, sappiamo tutti cosa significano quelle parole e sappiamo che non compongono un testo sacro e imponderabile. L’energia risparmiata piantandola con tutte le discussioni sull’SSC potrebbe essere sufficiente a piazzare colonie umane su tutti i pianeti conosciuti entro dieci anni, ma preferirei la si sfruttasse nel sostituire la vecchia istituzione del mondo leather con nuove forme che abbiano le stesse funzioni, ma siano più facili da accettare per il tenore di “prima io”, “cazzo ne sai tu?” e “vaffanculo” di questi tempi a mio parere sovrappopolati e privi di coesione.
È solo onesto che a questo punto riveli che io, poiché sono ancora vivo negli anni ’90 e voglio ancora fare S/m dopo 35 anni nella Scena, sono a volte costretto a piegarmi ai tempi. Quando un ragazzino mi chiede se gioco SSC, gli dico che la Regola Numero Uno dell’S/m è, per quanto mi riguarda, “il bottom dovrebbe restare sempre riciclabile”. Entro questi termini, gli prometto che sarà al sicuro. Ascolterò i suoi problemi specifici, se ne ha: è una prova sufficiente della mia sanità mentale. Sul consenso, suppongo di non essere altrettanto moderno. Prometto, come facevano tutti i top di 35 anni fa, che anche se il ragazzino non dirà sempre “sì” o forse non avrà nemmeno la possibilità di farlo, alla fine della sessione se ne andrà felice che abbia preso la sua risposta per un sì anche quando non pensava di starlo dicendo. Vedete, il consenso, nella mia visione medievale del mondo, è globalizzato. Se sei nel mio spazio, la tua presenza È consenso. In pratica, naturalmente, giocare con un ragazzino che non sia felice di essere lì diventa subito noioso, quindi seguo anche un’altra regola: se non sono capace di sedurlo a consentire, mando via il ragazzino.
Per me questo funziona, ma non è la mia ricetta per i mali del mondo S/m degli anni ’90. È solo il mio modo di aspettare, per poter poi riprendere a parlarne quando la discussione di cui sopra avverrà e darà i suoi frutti. Nel frattempo posso serenamente accettare Sano, Sicuro e Consensuale come descrizione di quel che faccio… una descrizione, non un ostacolo o una ricetta o un testo sacro.
Etichette:
articoli,
Ayzad,
bdsm,
dominagoldy
domenica 23 giugno 2019
venerdì 21 giugno 2019
giovedì 20 giugno 2019
• ᴛʜᴇ ʀɪɢʜᴛ ᴘᴏsɪᴛɪᴏɴ ғᴏʀ ᴀ sʟᴀᴠᴇ • • • 🄳🄾🄼🄸🄽🄰 🄶🄾🄻🄳🅈 • • #collar #restraint #restraints #submissive #submissiveboy #cuffs #cuffed #leathercuffs #leathercollar #leather #bdsmplay #bdsmrelationship #bdsmlife #bdsm #collare #bdsmlifestyle #mistress #submission #strapon #collared #bdsm #sadomaso #dominagoldy
mercoledì 19 giugno 2019
martedì 18 giugno 2019
lunedì 17 giugno 2019
#Repost @isabellebellamodel • • • • • • Ich wünsche euch einen wundervollen Start in die neue Woche. Hier mein Favoirt aus dem US Car Shooting mit @gilgenmarc Visa: @_wonderland_makeup Mitwirkende: Roland Wagner, @nadelspitz und @steffibynegativfoto #plussizemodels #curve #plussizeclothes #curvywomen #bigboobs #bbw #curvymodel #booty #uscar #sensuality #curvy #instabeauty #curvesaresexy #withlove #eroticart #ilovemycurves❤️ #makeup #hotbootys #sexy #tattoogirl #curvybodies #dominagoldy
6 Reasons Why Men Should be Kept in Chastity
1. Fidelity From Afar
Chastity devices were originally designed to keep the wearer faithful. Thus having his crown jewels locked away – so he can’t play away – is totally reassuring as it ensures his complete fidelity. In this way chastity devices also help deal with habitual cock wankers ensuring they aren’t off self-pleasuring themselves. Masturbation drains their desire of you and therefore should be controlled, monitored or stopped entirely.
2. Focus
Another effect is what I call ‘focus’ by keeping him in chastity, even when you are actually sexually engaged with him, forces him to focus on you and your pleasure. He should be giving you orgasms, and lots of them! If you don’t allow him to cum or even have that as an option, he has to concentrate on you; your pleasure becomes his pleasure. We all know the effect that cumming can have on a man – his small brain flips to food and football! So just don’t let him cum or motivate him with what we employ at The English Mansion – the 50 equals 1 rule (that a slave must give me 50 orgasms to earn just one for himself).
3. Sexual Re-Education
This leads to another use – controlling his sexual desires. His chastity device should ensure that he can’t even get an errection (not without a lot of pain ) Thus as soon as the device comes off he’s hard and hot for you. Keeping him always desperate, ready for sex, pliable and agreeable. Now is the time to steer him towards what you want sexually. His simple male brain can now be reprogrammed and his desires corrected e.g. only allowing him to get hard and/or cum while being fucked with a strapon or when licking your pussy
4. It’s Hot! Teasing & Total Denial
Teasing him in chastity i.e. keeping him in a heightened state of sexual arousal for a long time and then denying him an orgasm, as a woman can be so hot. Keeping him in a weakened state begging for release – pathetic, pliable & attentive. Knowing you have total control over him and you can use his sexual arousal against him to your advantage – the perfect male manipulation material. Never let him assume he will get an orgasm when engaged sexually with you, it should be at your whim or earned; and preferable after a very long period of abstinence.
5. Ownership
For BDSM players putting your slave into enforced chastity can symbolise ownership, like a collar or a body marking. It reminds him constantly of your control from afar and that you own him, his cock and rule his desires.
6. Feminisation
Chastity devices can also be useful for enforced male to female transformations, locking away his male genitalia permanently will help emasculate him. Using genital piercings to do this also has the benefit of pulling his cock back between the legs to lock it up, thus refining his figure and getting rid of this ugly unfeminine disfigurement.
https://www.theenglishmansion.com/blog/archives/6748
Etichette:
articoli,
bdsm,
chastity,
dominagoldy,
english
• 🄳🄾🄼🄸🄽🄰 🄶🄾🄻🄳🅈 • • #collar #restraint #restraints #submissive #submissiveboy #cuffs #cuffed #leathercuffs #leathercollar #leather #bdsmplay #bdsmrelationship #bdsmlife #bdsm #bdsmlove #fetishlife #fetishist #domsubrelationship #bdsmlifestyle #mistress #submission #latex #facesitting #strapon #collared #bdsm #sadomaso
domenica 16 giugno 2019
sabato 15 giugno 2019
venerdì 14 giugno 2019
#Repost @houseofdenialuk • • • • • • Stainless steel HoD107 #chastity #chastitydevice #chastitycage #malechastity #malechastitydevice #chastitylife #cockcage #dickcage #mistress #dominatrix #femdomme #malesubmissive #bdsm #dominagoldy #bdsmcommunity #bdsmsubmissive #bdsmslave #submissiveman #keyholder #chastitykeyholder #houseofdenial #cbt #orgasmdenial
lunedì 10 giugno 2019
Pregiudizi da evitare su bondage e sul BDSM
Molti degli stereotipi negativi nati intorno al bondage e al bdsm promuovono l’idea che chiunque pratichi sesso estremo sia un pervertito.
Niente di più falso, naturalmente.
È colpa di un pregiudizio se il BDSM ha una cattiva reputazione, ma oggi proveremo a rimediare sfatando i falsi miti più diffusi attorno a questa pratica.
Dominazione significa punire continuamente il partner.
FALSO: anche se il partner si sottomette volontariamente agli ordini detiene comunque il potere di rifiutare un comando, se questo va oltre i suoi limiti. A tale proposito chi è coinvolto in attività che comportano il dominio e la sottomissione (anche denominati giochi di potere) di solito utilizza una parola sicura o “safe word” che, se pronunciata dal sottomesso, pone immediatamente fine al gioco.
La sottomissione è molto dolorosa.
FALSO: punire il sottomesso non significa per forza fargli del male. Tra le punizioni più comuni del role play BDSM troviamo sculacciate e colpi di frusta, ma le punizioni possono essere anche di genere psicologico come la castità forzata o la negazione dell’orgasmo, o qualcosa di più creativo come costringere il sottomesso a stare dieci minuti fuori casa fermo sotto la pioggia, oppure ordinargli di rassettare casa e passare l’aspirapolvere con addosso un’uniforme da cameriera.
Nel bondage e nel BDSM il padrone può abusare impunemente dello schiavo.
FALSO: tra padrone e schiavo tutto viene stabilito in anticipo. Perciò se pensate di provare questo particolare stile di vita, mettete in conto che dovrete prima parlare con il sottomesso di ciò che gli piace e di quello che invece non gli piace. Se è la prima volta che sentite parlare di BDSM probabilmente immaginate che legare l’amante e soddisfare le vostre fantasie senza chiedere il suo permesso sia un vostro diritto e faccia parte del gioco. Invece no, state solo commettendo un abuso.
La violenza è caratteristica del bondage e del BDSM.
FALSO: la componente essenziale del bondage e del BDSM non è la violenza ma il rispetto reciproco.
http://condomix.it/pregiudizi-evitare-bondage-sul-bdsm/
venerdì 7 giugno 2019
giovedì 6 giugno 2019
mercoledì 5 giugno 2019
martedì 4 giugno 2019
lunedì 3 giugno 2019
The First Time I Got Spanked and Realized My Fetish for Watching Men Get Hard
"But, even though I'd fantasized about getting spanked, the pain came as a surprise. Like, whoa, shit, that does actually hurt a lot."
Illustration by Niallycat |
My First Time is a column and podcast series exploring sexuality, gender, and kink with the wide-eyed curiosity of a virgin. We all know your "first time" is about a lot more than just popping your cherry. From experimenting with kink to just trying something new and wild, everyone experiences thousands of first times in the bedroom—that's how sex stays fun, right?
This week, we're talking to sex blogger Girl on the Net about her first time getting spanked. You can catch My First Time on Acast, Google Play, Apple Podcasts, Stitcher, or wherever you get your podcasts.
The first time I got spanked was with this guy I'd been seeing on and off at college.
We were both massive perverts. We'd read BDSM forums together for ideas—there was a forum called Informed Consent that we'd lurk on a lot. I'd wank about the stuff I read on there, and he was good at coming up with ideas too. One time, we were fucking and there was an empty wine bottle on my desk. He picked it up and said, "I'd really like to put this in your cunt. Can I put this in your cunt?" He wasn't shy about suggesting stuff for us to try!
I wasn't surprised when he suggested spanking me on the big wooden chair in the corner of his living room. It was the perfect height to kneel over and get fucked. When he said he wanted to spank me, it was really hot. I love those moments when someone suggests something in sex. Because what turns me on is doing something that someone else is really enthusiastic about.
I've been dreaming about and thinking about and wanking about being beaten and aggressively fucked since I was really young. I like to be the one being beaten—I prefer the submissive roles. But, even though I'd fantasized about getting spanked, the pain came as a surprise. Like, whoa, shit, that does actually hurt a lot.
He did that thing where he made me count off the strokes. And even though I was massively turned on, I didn't really enjoy the counting, or the pain. I couldn't work out what I actually liked about it.
I think he'd happily spent a whole evening beating me up and doing lots of filthy, pervy things. But I'm massively impatient. After five minutes of him spanking me, and just feeling his hands smacking my arse and touching my cunt, I was like, we definitely have to fuck now.
It was only a couple of months later that I realized what actually got me off. We'd gone to a fetish club, and the mistress of the dungeon was showing us around. We got to the spanking bench, and she offered to spank me.
While she was spanking me, he was holding my shoulders down. I looked at his crotch, and I could just see his dick start to grow in his trousers. It was throbbing and pressing against the fabric. And that's what I realized what got me off about spanking. It wasn't the pain. I don't want to be spanked because I'm a naughty girl. I want him to beat me because it makes him hard. I have a fetish for doing things that get guys hard.
Since then, I've played with dominant guys at fetish clubs, but sometimes they annoy me. What I'm looking for is the illusion of the loss of control. Often, guys at spanking parties and fetish clubs want to be so in control and calm and measured. That's not what I want. I want the loss of control. I want them to start smacking me and lose control and just fuck me instead.
In my experience, you need to introduce BDSM gradually with sexual partners. Don't do what I've done in the past, which is be like, now hit me in the face! Now spit in my mouth! I've probably scared a lot of guys I've had sex with—my desires can be intimidating if I don't introduce them gradually. That's been a bit of a learning experience; generally, I'm not great at communication.
Partners can push you sexually in better ways than a stranger could. You have a better rapport; he knows what sorts of things you like. If you want to feel totally out of control—if you're chasing that sense of abandonment—then a partner is better, because they can really go for it.
There's this misconception that BDSM play involves whips and chains and leathers, but so much of my BDSM play has taken place at home, in jeans and a T-shirt. You don't need a dungeon to get spanked—you don't even need any equipment, which is one of the reasons I like it. Just your hand and a naked ass.
I don't know if anything will ever fully satisfy that need I have, to watch men get hard for me. It's not about chasing the next person, or trying the next dirtiest thing. A lot of it is about chasing that moment when you get a rush of suddenly realising that this person is getting hard. Even though I've spent my whole life fantasizing about BDSM—since I was really young, lurking on BDSM forums—and I'm now a sex blogger and educator, sometimes I don't think I'm actually that great at BDSM! Like I can be tied down and do a really long BDSM scene, but most of the time I'm just like, let's fuck now already.
The first time I met my current partner we had a totally disastrous shag. It was like our second date. He'd never tried BDSM before, and I invited him back to mine and was like, "Let's fuck." He was quite taken aback by that, and was quite nervous. I kept trying to nudge him to be more powerful, and it was later on when we had a frank conversation about it that I realized I'd scared him a bit. The things I enjoy, he wasn't used to. In his head, he thought, you don't do those things to people, they're not nice. Whereas I'm used to being dominated and vigorously fucked.
Now, though, he fucks like it's the end of the world.
https://broadly.vice.com/en_us/article/qvjdwp/my-first-time-podcast-spanking-fetish-men-hard
It was only a couple of months later that I realized what actually got me off. We'd gone to a fetish club, and the mistress of the dungeon was showing us around. We got to the spanking bench, and she offered to spank me.
While she was spanking me, he was holding my shoulders down. I looked at his crotch, and I could just see his dick start to grow in his trousers. It was throbbing and pressing against the fabric. And that's what I realized what got me off about spanking. It wasn't the pain. I don't want to be spanked because I'm a naughty girl. I want him to beat me because it makes him hard. I have a fetish for doing things that get guys hard.
Since then, I've played with dominant guys at fetish clubs, but sometimes they annoy me. What I'm looking for is the illusion of the loss of control. Often, guys at spanking parties and fetish clubs want to be so in control and calm and measured. That's not what I want. I want the loss of control. I want them to start smacking me and lose control and just fuck me instead.
In my experience, you need to introduce BDSM gradually with sexual partners. Don't do what I've done in the past, which is be like, now hit me in the face! Now spit in my mouth! I've probably scared a lot of guys I've had sex with—my desires can be intimidating if I don't introduce them gradually. That's been a bit of a learning experience; generally, I'm not great at communication.
Partners can push you sexually in better ways than a stranger could. You have a better rapport; he knows what sorts of things you like. If you want to feel totally out of control—if you're chasing that sense of abandonment—then a partner is better, because they can really go for it.
There's this misconception that BDSM play involves whips and chains and leathers, but so much of my BDSM play has taken place at home, in jeans and a T-shirt. You don't need a dungeon to get spanked—you don't even need any equipment, which is one of the reasons I like it. Just your hand and a naked ass.
I don't know if anything will ever fully satisfy that need I have, to watch men get hard for me. It's not about chasing the next person, or trying the next dirtiest thing. A lot of it is about chasing that moment when you get a rush of suddenly realising that this person is getting hard. Even though I've spent my whole life fantasizing about BDSM—since I was really young, lurking on BDSM forums—and I'm now a sex blogger and educator, sometimes I don't think I'm actually that great at BDSM! Like I can be tied down and do a really long BDSM scene, but most of the time I'm just like, let's fuck now already.
The first time I met my current partner we had a totally disastrous shag. It was like our second date. He'd never tried BDSM before, and I invited him back to mine and was like, "Let's fuck." He was quite taken aback by that, and was quite nervous. I kept trying to nudge him to be more powerful, and it was later on when we had a frank conversation about it that I realized I'd scared him a bit. The things I enjoy, he wasn't used to. In his head, he thought, you don't do those things to people, they're not nice. Whereas I'm used to being dominated and vigorously fucked.
Now, though, he fucks like it's the end of the world.
https://broadly.vice.com/en_us/article/qvjdwp/my-first-time-podcast-spanking-fetish-men-hard
Etichette:
articoli,
bdsm,
dominagoldy,
english
domenica 2 giugno 2019
#Repost @isabellebellamodel ・・・ Ich wünsche euch einen weiteren wunderschönen und sonnigen Tag 🥰. Foto: @steffibynegativfoto Visa: @_wonderland_makeup #plussizemodels #curve #power #sexyinblack #curvywomen #worldofmodeling #naturalbody #hotgirl #feminity #sensual #bodypositive #bodylove #rockergirls #curvesaresexy #curvymodel #bbw #loveyourcurves #celebratemysize #powerlady #rocker #allsizebeauties #bigisbeautiful #bigboobs #model #bbwgirls
Iscriviti a:
Post (Atom)