Un po’ grazie a un maggiore scambio di idee e informazioni legato a internet, con una presenza anche massiccia di annunci sadomaso, un po’ grazie allo sdoganamento arrivato nel tempo grazie ai film e alla cultura cinematografica, il sadomasochismo ha smesso di essere un tabù, ed è diventato un argomento del quale è sempre più consueto parlare con un certo grado di libertà.
Sadomaso: un po’ di storia
Non è facile ripercorrere la storia delle pratiche sadomaso, ma nel Kamasutra è già possibile individuare scene di sadomasochismo. Il termine BDSM fu utilizzato per la prima volta nel 1992, nell’opera SM 101: a realistic introduction, dello scrittore americano Jay Joseph Wiseman.
Nelle pratiche sadomaso i partner hanno ruoli diversi: c’è sempre un dominatore, il master, e un dominato, lo slave. Le parti possono essere intercambiabili o rimanere fisse per tutta la durata del rapporto sadomaso che si decide di portare avanti. Dopodiché si stabiliscono delle regole e quei confini che non si vogliono superare. La linea di demarcazione tra piacere e sofferenza è, infatti, molto labile e il rischio di perdere il controllo elevato. Motivo per il quale in genere si stabilisce sempre una parola di sicurezza da utilizzare quando si desidera che l’altro si fermi.
Sadomaso non significa malattia o perversione
Il moralismo (falso o reale) che ha dominato per secoli la nostra società ha creato negli anni parecchi pregiudizi sul tema sadomasochismo, portando spesso le persone che lo praticano a viverlo nella clandestinità, quasi con un velo di vergogna nonostante l’età e la consensualità nel decidere di vivere una situazione di questo tipo all’interno della coppia.
L’obiettivo che si vuole raggiungere, dopo aver stabilito dei ruoli in modo del tutto consensuale e consapevole, è quello di spingere i propri limiti fino a una determinata soglia di sopportazione, e provare a raggiungere il piacere (anche attraverso l’uso di sex toy e oggetti dedicati al mondo sadomaso) esplorando soglie che vanno al di là del modo tradizionale di vivere la sessualità.
Sadomaso e bondage sono la stessa cosa?
A volte si tende a confondere il termine sadomaso con la parola bondage: quest’ultima rappresenta solamente una parte del sadomaso, il cui sinonimo è rappresentato dall’acronimo BDSM. Questo termine sta per Bondage e Disciplina (BD), Dominazione e Sottomissione (DS), Sadismo e Masochismo (SM). Sadomaso e bondage, però, non hanno lo stesso significato.
Nello specifico:
con bondage si indica l’insieme delle tecniche con le quali si lega un’altra persona con l’utilizzo di corde o strumenti pensati per lo scopo; il termine dominazione fa riferimento alla possibilità di pilotare la volontà del partner con una serie di regole e punizioni stabilite a priori; con il termine sadismo ci si riferisce alla possibilità di provocare dolore fisico nel partner, senza sfociare nella sofferenza non desiderata; per masochismo si intende la scelta di provare consensualmente dolore o umiliazione provocati dal partner, che nella pratica provocano un piacere intenso. Il sadomaso è pericoloso?
L’equilibrio tra gioia e dolore nelle pratiche BDSM è sottile come il filo di un equilibrista. Il confine tra desiderio di essere dominati e rimorso, tra estasi e tormento è davvero molto sottile. Le pratiche sadomaso sono comunque benefiche per l’organismo perché provocano il rilascio di endorfina.
Il problema attuale rimane legato a una questione di percezione: molti pensano che il sadomaso sia una pratica estrema o una “roba da gay”, ma si tratta unicamente di errate convinzioni sociali, legate ai pregiudizi e alla mancata conoscenza dell’argomento. Il sadomaso non è né pericoloso né (tantomeno) una malattia. Si tratta di una scelta totalmente arbitraria, soluzione ottimale per le coppie con un altissimo grado di confidenza, che sono alla ricerca di un nuovo modo di vivere la propria sessualità, molto più stimolante ed eccitante.
http://www.saluteperme.com/sadomaso-o-bdsm-tutto-quello-che-ce-da-sapere
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