Ieri sono stato contattato da una persona che – con molto imbarazzo e parecchio dolore – mi ha confessato di essersi provocato dei danni ai genitali con uno strumento BDSM elettrico usato con troppo entusiasmo. Non essendo un medico ho potuto solo suggerirgli di rivolgersi a uno specialista sperando che le lesioni non fossero troppo gravi… ma già che c’ero ne ho approfittato per spiegargli anche il corretto utilizzo di certi giocattoli.
Se negli ultimi mesi il cosiddetto electroplay sembra infatti essere tornato di moda, il successo degli apparecchi per elettrostimolazione erotica non viene sempre accompagnato dall’informazione richiesta da tali accessori. Informazione che, come dimostra la prima riga dell’articolo, fa la differenza fra una interessante esperienza di esplorazione sensoriale e una corsa al pronto soccorso. Poiché una dozzina d’anni fa avevo già scritto qualcosa sull’argomento ho pensato allora di rispolverare quel vecchio scritto, aggiornarlo e dare il mio modesto contributo per evitare altri danni. Chi cercasse una trattazione molto più dettagliata delle tecniche di electroplay può inoltre trovarle nel mio libro BDSM – Guida per esploratori dell’erotismo estremo.
Cominciamo dalla cosa più importante, cioè un ‘disclaimer’ che questa volta ci vuole tutto. Tutte le informazioni contenute in questo articolo sono puramente orientative: derivano da ricerca su testi specifici e dall’esperienza personale e dovrebbero pertanto essere corrette, ma poiché come vedremo sono soggette a notevole variabilità individuale non possono in alcun caso essere considerate come una guida da seguire alla cieca. Anzi, vi invito specificamente a evitare ogni attività connessa all’uso di elettricità. Come dire: poi non venite a cercare me. Io ve l’avevo detto. E ora proseguiamo.
Il manuale del perfetto torturatore
I giochi con l’elettricità funzionano perché facendo passare un flusso elettrico attraverso il corpo della “vittima” si provocano delle reazioni fisiologiche. Va da se che per ottenere un flusso utile servono due elettrodi, e che fra di loro deve esserci della carne – se si toccano fra loro non servono a nulla. In ordine dalla più leggera alla più intensa, le reazioni sono:
Reazione superficiale elettrostatica (prima ancora di toccare la pelle, si “drizzano i peli” e c’è una lievissima stimolazione superficiale)
Reazione neurologica superficiale (le terminazioni nervose vengono stimolate e si ha una sensazione di “vibrazione” o “pizzicorio”)
Reazione muscolare involontaria (è il principio degli elettrostimolatori da fitness: se fai passare la corrente in un muscolo, questo si contrae anche se non vuoi. Se lo fai col ritmo giusto e nel posto giusto, la cosa si fa interessante)
Cottura dei tessuti (le cellule si friggono, e si va dalla minuscola bruciaturina superficiale all’effetto sedia elettrica, con cadaverino carbonizzato e fumante)
Morale di tutto ciò: se non volete ammazzare nessuno non dovete esagerare.
Corollario – Se fate contrarre troppo forte il muscolo sbagliato, rischiate che qualche parte del corpo vada a sbattere in giro e si (vi) faccia male, anche sul serio. Se pensate di risolvere la cosa legando il soggetto, il muscolo si contrae lo stesso e ottenete distorsioni, stiramenti, strappi e/o fratture.
Corollario 2 – Se a contrarsi male è il cuore oppure il diaframma, assicuratevi di avere una squadra di rianimazione a portata di mano.
Sembrerà ovvio, ma le parti che “sentono più la corrente” sono solo quelle a diretto contatto con gli elettrodi. Le sensazioni nella parte compresa fra un elettrodo e l’altro sono molto meno forti (anche se può essere quella che si contrae maggiormente). Chiaramente, più aumenta la distanza fra gli elettrodi, meno intenso è l’effetto dell’elettricità.
Altro principio importantissimo: a fare male non è il voltaggio, ma l’amperaggio. E siccome probabilmente a questo punto non avete già più idea di cosa stia dicendo, fidatevi di me e seguite una unica, semplicissima regola: si usano solo gli oggetti fatti apposta per questi scopi. NON si costruiscono da soli apparecchi da scienziato pazzo, NON si modificano cose già esistenti, NON si fanno esperimenti di alcun genere. Mica difficile, no? Gli oggetti appositi sono gli elettrostimolatori per uso erotico prodotti dalle aziende specializzate che trovate qui, oppure gli elettrostimolatori da fitness (ma solo se usati con intelligenza). Se vi trovate in un sex shop specializzato e avete dei dubbi, guardate il prezzo: gli articoli sicuri e più divertenti sono quelli che costano tanto. Inoltre, se vengono dagli Stati Uniti vuol dire che hanno superato i test federali e quindi sono molto sicuri – sempre che vengano applicati con criterio. Attenzione agli apparecchi marchiati Rimba, che in genere producono impulsi inutilmente violenti e pericolosi.
Un concetto fondamentale quando si usa l’elettricità è che non si può dare niente per scontato. Mi spiego meglio: se avete mai usato un sex toy, saprete che l’effetto che fa è – più o meno – sempre lo stesso. Se usate l’elettricità no. Questo dipende dal fatto che nelle attività elettriche entrano in gioco numerosi fattori non controllabili. Per esempio l’umidità della pelle (che cambia di minuto in minuto), l’area di contatto effettiva (basta un brivido, e un elettrodo a tampone si può staccare per il 50% della superficie), la posizione degli elettrodi (un millimetro più in su non si sente niente, uno più in giù è l’armageddon), e così via. In altre parole giocate pure, ma sempre con cautela e concentrazione perché questa è la tipica attività dove si fanno esperimenti insieme al partner e restando sempre pronti a interrompere. Tanto ci sono centinaia di altre pratiche che provocano gli stessi effetti, o quasi.
Ancora una linea guida che conviene tenere sempre a mente: l’elettricità scoccia. Applicandola nello stesso punto per un po’ il primo shock è fortissimo, dopo di che il corpo si abitua e risulta solo fastidiosa. In compenso, dopo pochi minuti di stimolazione complessiva (cioè senza contare le pause fra un impulso e l’altro) le cellule cominciano ad andare in elettrolisi e quindi si producono danni anche seri, magari senza nemmeno accorgersene. Quindi: o elettrodi fissi con pochi impulsi distanziati nel tempo e/o molto variabili, oppure giocate a spostare continuamente gli elettrodi. Meglio per tutti, fidatevi.
Ultima osservazione da medico della mutua, e poi smetto. La pelle non è tutta uguale. Come dire che se applicate gli elettrodi a un ginocchio ottenete una sensazione; se usate la stessa corrente sulle mucose interne della vagina o con una sonda uretrale invece sentirete delle urla da Tarzan, perché andate a stimolare una parte meno protetta agli stimoli esterni – di qualsiasi genere.
A questo punto, crediateci o no, conoscete le basi dell’elettrostimolazione erotica. Ora potete uscire a giocare. Copritevi bene, e ricordate sempre le raccomandazioni di zio Ayzad:
Fate quel che volete, ma dalla vita in giù per essere sicuri di non coinvolgere cuore e polmoni
Usate solo strumenti adatti
State attenti alle reazioni
Non accanitevi su un punto solo
Bonus per chi ha avuto la pazienza di leggere fin qui – Se proprio volete fare come nei film e applicare l’elettricità ai capezzoli, fatelo solo se avete gli appositi elettrodi a pinzetta bipolare. Però io ve lo sconsiglio.
Intensità della corrente e relativi effetti
Nota: questa è l’unica tabella esistente sull’argomento, che si riferisce a una corrente alternata a 60Hz applicata continuamente. Tutti i sex toy normalmente usati sfruttano invece frequenze più elevate (e sicure) e soprattutto danno impulsi regolabili, e mai continui.
http://www.ayzad.com/it/notizie/salute/come-prendere-la-scossa-da-professionisti-2013-remix/
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