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lunedì 29 febbraio 2016
sabato 27 febbraio 2016
Debbie
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giovedì 25 febbraio 2016
martedì 23 febbraio 2016
Pegging: potere e penetrazione
Il pegging è una pratica sessuale in cui la donna, indossando uno strap-on dildo, effettua una penetrazione anale nell’uomo. Per questo motivo il pegging non viene visto di buon occhio da parecchi uomini, in quanto viene associato ad una mancanza di virilità e ad un atto di sottomissione. Invece, se si ha la mente aperta, questa pratica potrebbe essere fonte di parecchio piacere sia per l’uomo che per la donna. Come ormai tutti sanno infatti, l’uomo può provare piacere nell’essere penetrato, poiché vengono stimolati ano, retto e prostata, ed è quindi in grado di raggiungere un intenso orgasmo anale.
Accanto all’aspetto meramente fisico della stimolazione anale, esiste anche tutta la parte ‘psicologica’, quella che eccita e appaga la nostra immaginazione erotica.
E, nel caso in cui è lui a ricevere il sesso anale, può essere di vario tipo: l’idea di fare una cosa che molti considerano tabù all’interno di una relazione eterosessuale. L’idea di essere estremamente vicini, intimi, proprio perché insieme si affronta un percorso diverso. L’idea, eccitante per l’uomo, di essere dominato, anche sessualmente da una donna e, viceversa per la donna, di dominare l'uomo. Ed è sull’onda di quest’ultima fantasia dal sapore un po’ BDSM, che si sta diffondendo sempre di più la pratica del pegging: la donna indossa un fallo artificiale, detto appunto strap-on, che fissa ai propri fianchi con una cintura apposita, che è spesso dotata di un dildo interno, e "penetra" analmente l’uomo. I due partner ricevono così una stimolazione contemporanea anche se la situazione è completamente rovesciata.
Certo, non si parla di pegging in tv o su Donna Moderna (almeno non credo...), non se ne parla al bar e neppure tra amici. E se è difficile parlarne, figuratevi introdurre questa pratica nella vita sessuale della coppia! Gli uomini si vergognano a proporla per non sembrare gay, le donne non accennano all'idea temendo che il compagno interpreti la proposta come sfiducia nei confronti della sua virilità. E così in genere il desiderio di praticare il pegging rimane inespresso. Sì, perché sul sesso anale ricettivo maschile pesa l'identificazione con l'omosessualità, e quindi lo stigma sociale. In realtà, la maggior parte degli uomini che fanno pegging sono eterosessuali e si eccitano ad essere penetrati solo ed esclusivamente da donne: “Desiderare di essere penetrato nel buco del culo non significa essere gay. Eppure non si vedono molti ragazzi eterosessuali piegarsi a novanta perché si associa la penetrazione anale al sesso gay”.
Ma che cosa ci trovano di eccitante le coppie eterosessuali nel pegging? Il piacere che provano è fisico o mentale? La risposta non è semplice e deve fare i conti anche con le reticenze di chi potrebbe provare imbarazzo ad ammettere un piacere mentale nell'essere penetrato analmente.
Molti maschi enfatizzano solamente il piacere fisico, come fa quest'uomo: “A me piace sentire il giocattolo di mia moglie che scivola nel mio retto. E poi la sensazione di riempimento. Riesco a percepire ogni millimetro del giocattolo, il glande, ogni singola vena...”. Altri, invece, riconoscono come preponderante l'elemento emotivo: “Non sono sicuro che nel pegging il piacere sia fisico. Alcune volte dà piacere fisico, altre no, anche se non fa male. Ma è soprattutto l'immagine di lei in quella posizione a darmi piacere”.
Quel che è certo è che molti degli uomini che si sottopongono al pegging giudicano questa pratica come la più soddisfacente in assoluto (“Porca vacca, è troppo eccitante! Non ho neppure bisogno di toccarmi il cazzo: quando raggiungo l'orgasmo, continuo a venire, senza sosta. Come se fossi un idrante!”) e non vedono l'ora di ripeterla il prima possibile (“Mi metto a quattro zampe. Sento lei che si sistema lo strap-on, che apre il tubetto del lubrificante, ecc. A quel punto sto già impazzendo di impazienza e di eccitazione”).
http://noirpink.blogspot.it/2008/10/dizionario-del-sadomaso-e-del-feticismo_27.html
Nel 1998 un produttore di strap-on si rese conto che la maggior parte degli acquirenti non erano lesbiche, ma eterosessuali: coppie in cui lei penetrava lui. E allora decise di realizzare un video educativo su questa pratica, “Bend Over Boyfriend”, che ebbe un'enorme fortuna in tutto il mondo occidentale. Dall'acronimo del titolo del video si ricavò un verbo e così si iniziò a parlare di “to bob”, che, tra l'altro, significa “andare avanti e indietro” in inglese. Un acronimo molto evocativo, dunque... Ancora oggi spesso si parla di “Bend Over Boyfriend” per indicare il sesso anale eterosessuale "subito" dall'uomo, tanto è vero che proprio in questi mesi a Parigi hanno furoreggiato alcune magliette con questa scritta. Ma l'espressione si è rivelata troppo lunga, mentre la sua traduzione in verbo (to bob) non ha avuto grande fortuna. E così nel 2001, attraverso un contest su web, il popolo delle "donne inculatrici" e degli "uomini inculati" ha scelto di indicare la propria pratica sessuale con il neologismo pegging. Un termine che ha avuto decisamente successo.
Certo, non si parla di pegging in tv o su Donna Moderna (almeno non credo...), non se ne parla al bar e neppure tra amici. E se è difficile parlarne, figuratevi introdurre questa pratica nella vita sessuale della coppia! Gli uomini si vergognano a proporla per non sembrare gay, le donne non accennano all'idea temendo che il compagno interpreti la proposta come sfiducia nei confronti della sua virilità. E così in genere il desiderio di praticare il pegging rimane inespresso. Sì, perché sul sesso anale ricettivo maschile pesa l'identificazione con l'omosessualità, e quindi lo stigma sociale. In realtà, la maggior parte degli uomini che fanno pegging sono eterosessuali e si eccitano ad essere penetrati solo ed esclusivamente da donne: “Desiderare di essere penetrato nel buco del culo non significa essere gay. Eppure non si vedono molti ragazzi eterosessuali piegarsi a novanta perché si associa la penetrazione anale al sesso gay”.
Ma che cosa ci trovano di eccitante le coppie eterosessuali nel pegging? Il piacere che provano è fisico o mentale? La risposta non è semplice e deve fare i conti anche con le reticenze di chi potrebbe provare imbarazzo ad ammettere un piacere mentale nell'essere penetrato analmente.
Molti maschi enfatizzano solamente il piacere fisico, come fa quest'uomo: “A me piace sentire il giocattolo di mia moglie che scivola nel mio retto. E poi la sensazione di riempimento. Riesco a percepire ogni millimetro del giocattolo, il glande, ogni singola vena...”. Altri, invece, riconoscono come preponderante l'elemento emotivo: “Non sono sicuro che nel pegging il piacere sia fisico. Alcune volte dà piacere fisico, altre no, anche se non fa male. Ma è soprattutto l'immagine di lei in quella posizione a darmi piacere”.
Quel che è certo è che molti degli uomini che si sottopongono al pegging giudicano questa pratica come la più soddisfacente in assoluto (“Porca vacca, è troppo eccitante! Non ho neppure bisogno di toccarmi il cazzo: quando raggiungo l'orgasmo, continuo a venire, senza sosta. Come se fossi un idrante!”) e non vedono l'ora di ripeterla il prima possibile (“Mi metto a quattro zampe. Sento lei che si sistema lo strap-on, che apre il tubetto del lubrificante, ecc. A quel punto sto già impazzendo di impazienza e di eccitazione”).
Per le donne, a parte il caso in cui utilizzino dildi doppi o tripli che stimolano la clitoride e/o l'ano, il piacere è esclusivamente mentale, in genere legato al ribaltamento dei ruoli e a un senso di dominio associato all'atto di penetrare (“Mi è piaciuto tantissimo: adoro la sensazione di avere il potere e di comandare!”); non è quindi sorprendente il fatto che spesso il pegging sia utilizzato all'interno di relazioni sadomaso, a volte come elemento della femminilizzazione forzata.
http://noirpink.blogspot.it/2008/10/dizionario-del-sadomaso-e-del-feticismo_27.html
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domenica 21 febbraio 2016
Lo slave genovese
Alcune immagini della sessione di gioco con uno slave genovese che è venuto a trovarmi.
Sensibile, educato e consapevole del suo ruolo.
Ottime premesse per alcune ore di gioco piacevoli e divertenti.
Grazie Giulio.
Sensibile, educato e consapevole del suo ruolo.
Ottime premesse per alcune ore di gioco piacevoli e divertenti.
Grazie Giulio.
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lunedì 15 febbraio 2016
venerdì 12 febbraio 2016
mercoledì 10 febbraio 2016
La prima regola di un/a buona Dominante e' avere capacita' di controllo unita ad un'attitudine verso il ragionamento ed un spiccato senso della misura espresso con equilibrio, qualita' essenziali se ci si vuole porre come Guida di altri esseri umani. La realta' purtroppo e' assai diversa, pura incapacita' di logiche di base che s'interseca ad un'instabilita' intermittente, caratterizzano una buona parte di coloro che si dichiarano Master o Mistress. E' ora di finirla di parlare sempre dell'inaffidabilita' di presunti schiavi anche chi si professa Dom dovrebbe fare un'esame di coscienza..
Arcangelo Salvemini
sabato 6 febbraio 2016
Le anime dominanti e non di mero ruolo si affermano mediante i ragionamenti e nei ragionamenti sostengono la loro disponibilità al bene di chi viene convinto. Il sottomesso viene convinto dalla logica del ragionamento, dalla realtà dei fatti che sono utilizzati dal ragionamento e dalla premura ed affetto che si manifestano nei concetti espressi.
- Arcangelo Salvemini
venerdì 5 febbraio 2016
lunedì 1 febbraio 2016
Buon compleanno Luca!
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Le mezze misure sono per le quasi persone.
— Alfonso Errico
“
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